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Un salto nel passato con un piede nel futuro!
Era il novembre 2013 quando Desktop Dungeon faceva la sua comparsa in un settore a metà strada tra un roguelike ed un puzzle game innovando di fatto entrambi e imponendosi come un veloce mini-gioco con partite della durata di una decina di minuti. Queste caratteristiche piacquero a tal punto che il suo debutto fu solo l’inizio di un grandioso successo basato sulla giocabilità, velocità del game e fruibilità delle dinamiche.
A quasi dieci anni da allora QCF Design e il suo Desktop Dungeon: Rewind hanno la pretesa di riproporre quelle nostalgiche ambientazioni e meccaniche che resero celebre il suo predecessore ma con una nuova veste grafica 3D e qualche miglioria qua e là. Ci saranno riusciti? Scopriamolo nella nostra prova in antemprima!
Roguelike ma con più stile!
Desktop Dungeon: Rewind si colloca, come il suo “primo capitolo” nel settore roguelike con spiccati accenti da puzzle game, il tutto condito con un accenno di RPG sotto forma di piccole personalizzazioni e la presenza di una leggera storia di sottofondo che viene utilizzata come pretesto per introdurre le meccaniche principali.
Infatti vestiremo i panni di un manipolo di sopravvissuti, membri di una carovana attaccata e decimata da bande di mostri che, privati di ogni loro avere e degli affetti più cari, decidono di costruire un nuovo regno, partendo da un piccolo villaggio nei boschi selvaggi circostanti.
Da questo nuovo insediamento i nostri eroi partiranno alla scoperta dei dungeon circostanti per raccogliere materie prime, preziosi, armi ed armature e tutto ciò che occorrerà per far prosperare ed ingrandire il villaggio.
Non mancano assolutamente tratti ironici che fanno il verso agli stereotipi fantasy e GDR, sotto forma di dialoghi demenziali con NPC e cartelli esplicativi di meccaniche varie, ma il fulcro di tutto si svolge nell’esplorazione dei vari dungeon generati sul momento.
Si muore alla grande!
Desktop Dungeon: Rewind si rivelerà da subito come un gioco spietato.
Non basterà assolutamente la breve introduzione e i tooltip che compariranno ogni volta che vi imbatterete in un nuovo mostro, oggetto o potenziamento. Ci vorranno almeno un paio di eroi morti prima di padroneggiare al meglio le meccaniche e capire per bene perchè questo titolo è assolutamente un roguelike/puzzlegame.
Ogni partita si svolgerà, infatti, in delle aree o dungeon generati casualmente e con un numero variabile di mostri nemici, oggetti e potenziamenti. Gli avversari presenteranno livelli differenti e ogni nostra azione sarà guidata da un mero conto matematico di rischio calcolato. Ogni casella, inizialmente oscurata dalla più classica “nebbia di guerra”, potrebbe nascondere un combattimento, un tesoro da raccogliere o semplicemente… un muro!
All’entrata di ogni area sarà possibile scegliere razza e classe del nostro eroe, elemento vagamente GDR che donerà abilità e resistenze all’avatar che andremo a giocare.
Tutti questi tratti tipici, potenziamenti, ma anche pozioni ed incantesimi che raccoglieremo strada facendo, saranno ben visualizzati accanto al nostro personaggio, assieme al suo livello (che in partenza sarà sempre 1) Punti Ferita e Mana.
Anche i nostri nemici avranno diverse caratteristiche, abilità e debolezze ma soprattutto un livello ben determinato, fattori che ci costringeranno a ponderare bene le nostre mosse man mano che procediamo nella pericolosa esplorazione.
Ad ogni scontro, che si svolgerà nel più classico susseguirsi di turni, potremo vedere una simulazione dell’esito che ci svelerà se il gesto che ci apprestiamo a compiere sarà una facile vittoria o una mortale sconfitta.
Ogni avversario abbattuto, ogni nuova arma trovata, se abbiamo fatto bene le nostre scelte, ci porteranno a salire di livello e di potenza consentendoci di affrontare nemici sempre più impegnativi e ad esplorare aree prima irraggiungibili fino a giungere allo scontro finale.
Ebbene sì, ogni dungeon sarà presieduto da un boss di fine livello, una capra assassina molto forte che ci darà parecchio filo da torcere se non arrivassimo assolutamente preparati allo scontro. Sarà questo il momento in cui coglieremo appieno la complessità che si nasconde dietro la semplicità di Desktop Dungeon: Rewind, spesso infatti le nostre speranze si infrangeranno proprio ad un passo dalla vittoria per una scelta errata fatta in precedenza e che ci ha portato troppo bassi di livello o sforniti di oggetti ed incantesimi a confrontarci col boss finale.
Strategia e fluidità allo stato puro
Quando avremo collezionato una serie di tombe sotto le quali giaceranno i nostri svariati eroi, ci renderemo conto che dietro questo titolo c’è molto di più di una semplice interfaccia e veloci dungeon a turni.
Il vero punto di forza di Desktop Dungeon: Rewind (così come lo era stato per il suo predecessore) è quello di condensare in piccole schermate fruibili in pochi minuti, un puzzle strategico puro, fatto di scelte e numeri che solo il giocatore può incastrare a dovere.
A prima vista potrebbe sembrare una buona idea esplorare tutta la mappa in modo da collezionare ogni potenziamento, ma si rivelerà una scelta errata poichè solo i combattimenti potranno fornirci l’esperienza necessaria per progredire in maniera efficace.
Potrebbe anche sembrare intelligente affrontare subito i nemici più potenti per guadagnare rapidamente esperienza ma anche questa sarà una strada che ci porterà rapidamente alla morte poichè senza i potenziamenti, incantesimi e oggetti giusti non usciremo vivi dagli scontri più avanzati.
Solo combinando insieme tutti gli elementi ed esplorando man mano ogni sezione del dungeon verremo a capo del combattimento finale e delle ricompense che in seguito riceveremo con le quali potenziaremo il nostro villaggio, le sue strutture e gli eroi che da esse proverranno (con nuove classi e razze)
Un po’ di innovazione e molto da scoprire
Desktop Dungeon: Rewind e QFC Design riescono a richiamare certamente i punti di forza che resero celebre il loro precedente prodotto e la maggiore innovazione risiede nel nome stesso: la possibilità di riavvolgere il tempo ad un punto più favorevole della mappa che contribuisce a mitigare il senso di frustrazione per scelte sbagliate che ci costringerebbero a ricominciare da capo l’esplorazione. Una meccanica innovativa, rispetto al precedente titolo, quanto mai graditissima vista la valanga di morti accidentali alla quale saremo sottoposti fin dai primi passi.
Il nuovo motore grafico 3D è sicuramente necessario per riportare in auge in epoca moderna un genere un po’ datato e che fatica forse a trovare spazio in un ambiente videoludico attuale, dove interattività ma soprattutto la componente multiplayer sembra ormai un must e che in questo titolo è completamente assente.
Inoltre, forse per via della limitatezza della demo, il comparto varietà di mostri, powerup e meccaniche ci è sembrato un po’ limitato e rischia di stancare presto e dà l’impressione di qualcosa di “incompleto”. In aiuto su questo versante però, arrivano la buona varietà di classi, razze e la componente strategica di costruzione del villaggio, che ci impegnerà a decidere su quali tipologie di eroi e potenziamenti puntare.
Su questo, siamo certi, la versione completa avrà molto più da offrire e approfondire senza contare che per gli amanti del genere sarà un salto nel passato a pie’ pari con tutta la nostalgia e il divertimento retrò che ne deriva.
PRO
CONTRO
- Semplice e divertente
- Per nostalgici roguelike
- Personalizzabile
- Per chi ha poco tempo
- Alla lunga può sembrare ripetitivo
- Il format può stancare facilmente
- Nessun supporto multiplayer