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Honey, I Joined a Cult è un gestionale pubblicato in early access da Team17 il 14 settembre scorso.
Il titolo è l’opera prima di Sole Survivor Games, un piccolo team con sede in Inghilterra composto da due membri: Ed e Simon.
Siete pronti a fondare la vostra setta?
Indice
Honey, I Joined a Cult – tra adepti e musica funk
Sin dal primo sguardo è chiaro come Honey, I Joined a Cult strizzi l’occhio a titoli assodati come Prison Architect, Theme Hospital e Rimworld.
Il gioco ci catapulta subito in questa surreale ambientazione anni ’70 dove il nostro alterego – Charlie Pinnato – è a capo della Setta del Pesce Spaziale, smantellata dopo pochi mesi dalla sua nascita dall’Ufficio di Osservazione Speciale.

In assenza di prove a suo carico – nascoste tutte sotto il suo cappello a forma di polpo – il buon Charlie riesce a fuggire con tutti i soldi guadagnati dai gonzi che avevano abbracciato la sua fede. Qualche mese e una chirurgia plastica dopo e siamo pronti a fondare un nuovo culto dedicato ad una nuova divinità spaziale.


Il gioco offre dei culti pre-impostati che strizzano l’occhio alla cultura pop: un culto dedicato all’Arca dell’Alleanza con a capo un Alto Sacerdote di nome Belloch? O preferite la Casa della Figaggine con a capo Don Martha Donzarelli?
Se nessuno di questi vi aggrada potrete impostare ogni riferimento della vostra setta, noi abbiamo optato per il culto di The Games Brew con a capo il nostro Roy Lovat vestito con maschera funeraria egiziana e una foglia di fico.

Il Gameplay
Il gameplay del gioco si basa sulla costruzione degli edifici necessari al prosperare del vostro Culto. Dovremo infatti dare una gradevole dimora ai nostri adepti – che saranno la nostra manodopera – e al contempo attirare seguaci con servizi e trattamenti strampalati per scucirgli denaro.


Partiremo dalle stanze ed i servizi più basici ma sviluppando Ricerca ed Ispirazioni Divine garantiremo attività sempre più sofisticate e costose alla nostra Chiesa.


Dovremo poi pubblicizzare il nostro Credo mandando in missione i nostri adepti più qualificati. stando ben attenti a non attirare troppo l’attenzione dell’Ufficio di Osservazione Speciale.

In breve tempo la nostra Chiesa prospererà diventando sempre più grande e attirando sempre più adepti.

Conclusioni
Honey, I Joined a Cult ricalca fedelmente le orme di titoli come Prison Architect o Theme Hospital, pescando in special modo a piene mani dal gameplay e dall’art design del primo.
Nulla di nuovo quindi in questo gestionale dalle tinte anni ’70 ma una nota di merito per l’altissimo livello di personalizzazione e per la musica sempre gradevole ed in linea con l’ambientazione.
Un titolo che presenta una ricca roadmap di futuri contenuti ed aggiornamenti e che saprà farsi apprezzare dagli appassionati del genere.
