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Il sentimento più forte e più antico dell’animo umano è la paura, e la paura più grande è quella dell’ignoto.
Il 13 Settembre scorso è uscito il secondo capitolo di Lovecraft’s Untold Stories, ultima trasposizione videoludica dell’opera letteraria del Maestro H.P. Lovecraft, il quale prosegue narrativamente e stilisticamente sulla stessa via del primo. Il genere di riferimento è Roguelite, appoggiato su un motore grafico 2.5D, con un generatore (semi)procedurale delle mappe. Fatte queste premesse approfondiamo quelle che risultano le caratteristiche rilevanti del gioco.
Indice
Livelli e Controlli
La mappatura controlli di base impone un movimento diagonale su livelli disposti e progettati ortogonalmente. L’arredo dei livelli ingombrante spesso risulta di intralcio e più che alimentare il senso sfida, inizialmente, risulta frustrante. Tuttavia avanzando nelle ore di gioco ci si abitua e la frustrazione lascia lo spazio alla noia foraggiata da sensazioni di costante deja-vu nelle stanze pregenerate e selezionate proceduralmente ad ogni nuovo ingresso in un dungeon. Il senso di noia viene ulteriormente esasperato dalla meccanica dei salvataggi a checkpoint i quali avvengono ad ogni schermata di caricamento che peraltro starà al giocatore far sparire (cliccando) per riavviare il gioco nel livello appena caricato.
Meccaniche
I combattimenti risultano discretamente punitivi se affrontati senza alcuna tattica, e tuttavia crollano drammaticamente di difficoltà se si sfruttano colli di bottiglia della mappa, kitando i mostri e combinazioni peculiari di classi ed equip. Allo stesso modo perseguire sempre in modo diretto l’obiettivo principale porterà ad un innalzamento eccessivo della difficoltà, incentivando ad esplorare ogni stanza laterale prima di riprendere la via marcata dall’obiettivo seguito. Anche il crafting va utilizzato ad ogni occasione possibile, con evidente sinergia nell’esplorazione e loot di ogni singola stanza. Vi è poi, come in ogni gioco di Lovecraft che si rispetti, l’immancabile meccanica della sanità mentale, la quale tuttavia ha ben poca significatività, perdendola del tutto all’ottenimento di oggetti avanzati che ne permettono di controllare l’andamento.
Narrazione
Di storie non raccontate, purtroppo c’è ben poco. Seppur l’ambientazione veda moltissima energia profusa nell’ambito, risulta purtroppo carente nel complesso, con scarsa comunicazione del significato delle scelte narrative sulla propria sanità mentale che sale o scende arbitrariamente. Unita allo scarso impatto della meccanica stessa, essa sminuisce anche qualsiasi narrazione retrostante. Questo rende la storia un di più forse perfino fastidioso in un gioco che non aveva alcun bisogno di un forte filone narrativo come invece il titolo in copertina prometteva.
Considerazioni
Non vi è alcun tutorial e sicuramente il gioco beneficerebbe grandemente dalla sua presenza, considerata la rampa di apprendimento piuttosto ripida. Questo risulta tanto vero che gli sviluppatori hanno pubblicato una sorta di enchiridio che permette a chi lo legge di godersi appieno, per quanto possibile, il gioco. Infatti il gioco non guida affatto il giocatore ad apprenderne gli equilibri, le meccaniche e nemmeno ne suscita l’interesse. Vi sono poi alcuni problemi minori a livello audio, meccanico e grafico che tuttavia possono sempre essere perdonati in un prodotto godibile con una visione chiara e consistente. Purtroppo mi sento di poter affermare che non e’ affatto questo il caso, considerata la scarsa profondità di meccaniche e narrazione, che vanno ad ostacolarsi a vicenda. A poco valgono le chicche letterarie sparse a vario grado per il gioco di fronte alle lacune e incongruenze. In ultima istanza, da moderato appassionato di Lovecraft, mi sento di consigliare ad altri fan del Maestro piuttosto che Untold Stories, un bel Hellblade: Senua’s Sacrifice (magari in VR, e costa pure meno!). Agli sviluppatori invece non posso che consigliare di continuare a lavorare sul genere, facendo tesoro degli asset creati, ripulendo di tutto il superfluo e potenziando quanto di buono c’è già. Sicuramente un Roguelite renderebbe molto meglio con la narrazione retrostante di un autore coevo di Lovecraft… Robert E. Howard e Conan il Barbaro vi dicono nulla?