Master of Command – Recensione

Nel turbine della Guerra dei Sette Anni (1756-1763), il primo vero conflitto mondiale, Master of Command vi pone al timone di un esercito europeo, dove ogni decisione – dalla marcia forzata al posizionamento di una linea di fanteria – può decretare vittoria o disfatta. Sviluppato e pubblicato da Armchair History Interactive, questo titolo indie punta su una formula ibrida: tattica in tempo reale con elementi roguelike, mappe procedurali e una gestione delle risorse spietata. La promessa è un’immersione brutale nel comando settecentesco, dove le truppe non sono pedine usa e getta, ma entità persistenti che evolvono o periscono.

Master of Command: un intreccio magistrale di tattica e sopravvivenza

Il cuore di Master of Command ruota attorno a un sistema di comando tanto fluido quanto punitivo, che combina la gestione persistente dell’esercito, la navigazione in tempo reale su mappe generate proceduralmente e scontri tattici in cui, spesso, il morale conta più dei numeri. All’inizio della partita potremo scegliere una delle cinque grandi potenze europee — Prussia, Francia, Russia, Inghilterra o Austria — ciascuna dotata di tratti, unità e dottrine uniche, in grado di influenzare in modo significativo il nostro approccio alla guerra.

Una volta scelto l’impero, ci attenderà la campagna militare vera e propria, articolata in tre atti. All’inizio di ogni atto sarà possibile selezionare una missione tra tre disponibili, ciascuna con due obiettivi bonus che, se completati, ricompenseranno il giocatore con un’unità d’élite e un vantaggio permanente per l’armata.

La campagna si sviluppa in regioni generate proceduralmente e avvolte dalla nebbia di guerra. Qui ci si muove come in Battle Brothers, in tempo reale, con un segnalino che rappresenta il nostro esercito. Durante l’esplorazione si consumano provviste, si affrontano eventi casuali risolvibili in diversi modi, si visitano villaggi alleati o si cade in imboscate nemiche. Persino il terreno può diventare un nemico: attraversarlo potrebbe farci consumare più razioni, rallentare i movimenti o logorare le nostre truppe.

Signori del campo di battaglia e della logistica

L’esercito, composto da brigate (fino a cinque, ognuna con quattro reggimenti), è persistente: le unità — oltre 150 e tutte storicamente accurate, dai granatieri prussiani ai cosacchi russi — guadagnano esperienza e possono essere trasformate in nuove, più potenti unità.

Gli ufficiali sbloccano tratti speciali e ogni brigata può essere equipaggiata con armi e dotazioni diverse. Dai moschetti con calcatoi cilindrici che velocizzano il ricaricamento, alle bandiere e ai musicisti di campo che influenzano stamina, morale ed efficacia nel corpo a corpo: tutto contribuisce a rendere ogni battaglia più profonda e realistica.

Le risorse — talleri, cibo, reclute e munizioni — sono sempre scarse: occorre bilanciare marcia, riposo e interazioni con gli insediamenti per mantenere le scorte e scongiurare i pericolosissimi malus che possono persino costringerci a combattere senza munizioni.

Le battaglie, in tempo reale, puntano sul realismo più crudo: posizionamento, coordinamento, morale, uso del terreno e delle coperture sono elementi che non si possono ignorare se si vuole uscire vittoriosi — ed evitare vittorie di Pirro. Il sistema di combattimento premia anche il timing: cariche ben orchestrate possono ribaltare la superiorità numerica, mentre errori come esporre il fianco o restare troppo a lungo sotto il fuoco dell’artiglieria possono causare il panico e la fuga delle truppe.

Stile e comando

La curva di apprendimento è ripida, ma supportata da un tutorial esaustivo e dalla pausa tattica che offre un prezioso “momento di respiro” nelle fasi più concitate. Il ritmo di gioco è dinamico, con campagne di 10-20 incontri risolvibili in 2-4 ore, ma i momenti più tesi emergono quando le provviste scarseggiano, costringendoci a scelte drastiche — come abbandonare i feriti o rischiare un assalto prematuro.

Lo stile visivo di Master of Command è tanto funzionale quanto evocativo: un ottimo art style con modelli in stile “fumetto” per eventi e menu, e un 3D stilizzato per le unità, con uniformi e bandiere storicamente accurate ma anche personalizzabili. L’interfaccia utente eccelle per chiarezza — qualità cruciale in un RTS — grazie a icone intuitive per morale, stamina e terreno, uno zoom fluido e overlay minimalisti che non intralciano la visuale. Le animazioni catturano perfettamente l’essenza storica: reparti che barcollano sotto il fuoco, cariche di cavalleria impetuose e artiglieria che tuona con effetti sonori realistici.

Il bilanciamento è solido, con difficoltà scalabile tramite bonus e malus personalizzabili, e un’IA in costante miglioramento. La rigiocabilità è altissima grazie a mappe procedurali, eserciti e unità speciali sbloccabili, missioni casuali e obiettivi ramificati.

Master of Command: a volte i desideri diventano realtà

Master of Command è il miglior RTS storico del 2025 e, probabilmente, degli ultimi anni — se non addirittura dai tempi di Empire: Total War. Pur non essendo privo di alcuni aspetti migliorabili, Master of Command colma finalmente un vuoto che gli appassionati di storia del XVIII e XIX secolo, così come gli amanti della strategia più pura, cercano di riempire da tempo. Con la possibilità di guidare enormi eserciti in epiche battaglie campali, gestendo non solo il campo di battaglia ma anche la complessa logistica di un’intera armata, e grazie alla grande varietà di materiali, unità ed eventi, Master of Command è un titolo che nessun vero stratega può lasciarsi sfuggire.

Master of Command

8.5

Master of Command

8.5/10

PRO

  • Storicamente accurato
  • Strategia di alto livello
  • In Italiano!

CONTRO

  • Mancano veri e propri assedi
  • Fiumi ed alture potrebbero essere sfruttati meglio dal punto di vista della strategia
  • Alcuni aspetti di gameplay non sufficientemente chiari
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