Abbiamo provato Sherlock Holmes Chapter One, la nuova avventura investigativa di Frogwares che ci mette nuovamente nei panni del più famoso detective di tutti i tempi ed ecco le nostre impressioni.
Indice
Sherlock Holmes Chapter One – Le avventure del giovane Holmes
Sherlock Holmes Chapter One approccia le avventure di Holmes e Watson in maniera differente da quanto visto fino ad ora. Lasciamo infatti lo stile dell’avventura grafica per lanciarci in un’esperienza open world, in cui muoverci liberamente e risolvere crimini. Il nostro inseparabile duo, questa volta in giovane età, si ritrova nella città di Cordona per dare l’ultimo saluto alla madre di Sherlock, Violet Holmes, morta tempo addietro e sistemare gli ultimi affari di famiglia prima di tornare a Londra.
Ma ben presto, il dinamico duo si rende conto che qualcosa nel resoconto della morte della madre non quadra e, in realtà, la sua scomparsa è legata a un mistero ben più profondo. Decideremo così di restare nel vecchio maniero di famiglia ed iniziare le indagini, mentre ci avventuriamo nelle stradine dell’isola di Cordona.
Mentre siamo in cerca della verità verremo, volente o nolente, ingaggiati dalla polizia (ma non solo) per risolvere altri crimini “minori”, mettendo così in moto tutte le nostre doti investigative. Adduzione, deduzione, camuffamenti, scontri a fuoco in covi di pericolosissimi criminali, ricostruzione degli eventi nel nostro “palazzo mentale, analisi chimiche, e molto altro saranno le nostre armi. In questo senso Sherlock Holmes Chapter One fa un ottimo lavoro dandoci moltissimo da fare, per coprire ogni aspetto investigativo.
Cordona, l’isola inventata in cui ci muoveremo, è realizzata molto bene e richiama, sebbene con qualche incongruenza, l’essenza di una cittadina mediterranea di fine 1800. Quello che sicuramente risalta però, è la realizzazione dei volti e delle espressioni facciali dei vari personaggi con cui interagiremo, che superano anche quelle di titoli molto più blasonati.
Investigatori in azione
L’isola, come in ogni open world che si rispetti, sarà piena di punti d’interesse con missioni più o meno articolate che faranno da corollario alla storia principale, ovvero l’indagine sulla morte di nostra madre. Sebbene non siano missioni obbligatorie, portarle a termine ci permetterà di racimolare un buon gruzzoletto di sterline che, tra le altre cose, ci permetterà di comprare nuovi capi di vestiario con cui lanciarci in sempre più efficaci camuffamenti e mobili per il nostro vecchio maniero. La parte investigativa è ovviamente la più sviluppata, e avremo varie tecniche da usare per risolvere il crimine di turno.
Potremo usare una modalità “focus” per esaminare sospetti, stanze e oggetti alla ricerca di indizi che ci permettano di ricostruire gli eventi, o seguire tracce invisibili ad altri. Potremo usare le nostre doti di chimico per determinare la natura di una determinata sostanza, attraverso un “mini-gioco” che ci richiederà di trovare la giusta composizione della materia analizzata.
Potremo lanciarci in centinaia di diversi camuffamenti per “sparire nella folla” o impersonare un altro individuo, riuscendo così a passare inosservati e spiare le conversazioni altrui, o far si che una determina persona si fidi di noi. Andare per esempio vestiti da damerini nel quartiere del mercato, e aspettarsi che i garzoni ci raccontino immediatamente tutto è pura follia.
E una volta raccolti tutti gli indizi potremo tentare di ricostruire gli eventi. Questo sarà possibile sia testualmente nel nostro palazzo mentale unendo le informazioni raccolte, sia visivamente ricollocando sulla scena del crimine la “sagoma” di tutti gli interessanti per stabilire il corretto andamento dei fatti.
Al momento di trarre le nostre conclusioni dovremo però far attenzione dato che in Sherlock Holmes Chapter One sarà anche possibile scegliere l’opzione sbagliata, con ovvie conseguenze. Inoltre, avremo quasi sempre la possibilità di scegliere come concludere un caso, per esempio decidendo di rilasciare un colpevole perché “costretto” ad un crimine, o consegnarlo comunque alla polizia.
Insomma tanto la punto di vista narrativo che dal punto di vista del gameplay investigativo, Sherlock Holmes Chapter One è davvero un titolo molto ricco, ben scritto e capace di darvi filo da torcere per ore e ore.
Sherlock Auditore
Eppure, nonostante quanto visto fino ad ora, Sherlock Holmes Chapter One ha vari problemi, il più grave dei quali è proprio legato alla figura del suo protagonista. Se siete infatti fan dell’investigatore di Baker Street rimarrete probabilmente delusi, dato che questa nuova incarnazione ha ben poco a che vedere con l’Holmes letterario, tanto dal punto di vista fisico, che da quello emozionale e/o caratteriale.
Più giovane, emotivamente instabile, con un Watson immaginario che non smette di chiamarci “Sherry” ogni due per tre, l’Holmes di Frogware segue la nuova moda di “demascolinizzare” ogni protagonista maschile per renderlo più sensibile e “beta-like”. Un Holmes che, nel suo outfit base, sembra un hipster dedito al cospaly (fortunatamente potremo cambiare il vestito di default).
Oltre poi gli evidenti anacronismi storici ed inserzioni tipici di un determinato bando politico moderno, l’altro problema importante di Sherlock Holmes Chapter One, secondo il nostro punto di vista, è che si ha la sensazione di giocare all’ennesimo capitolo di Assassin’s Creed ma con elementi investigativi e richiami che fanno l’occhiolino ai fan della serie, senza pero renderlo unico.
Per carità non c’è nulla di male ed il gameplay, sebbene un po’ lento e frustrante in alcuni momenti, funziona molto bene ma se il personaggio si chiamasse Genoveffo Rubini al posto di Sherlock Holmes, non noteremmo alcuna differenza e l’esperienza non sarebbe cambiata. Come nei moderni remake cinematografici e televisivi, anche qui l’unica cosa fedele all’opera originale sono gli elementi inseriti apposta per far felici i fan per dare l’illusione che si tratti dello stesso prodotto migliorato.
In definitiva Sherlock Holmes Chapter One è un titolo che dal punto di vista del gameplay e della narrazione funziona molto bene, ma manca il bersaglio al momento di portare su schermo l’essenza e l’appeal del mitico Sherlock Holmes.