Grazie alla chiave fornitaci da The Brotherhood abbiamo potuto provare Stasis: Bone Totem, avventura grafica horror che segue gli eventi degli ottimi Stasis e Cayne.
Indice
Stasis: Bone Totem – L’avventura grafica perfetta non esis…
Stasis: Bone Totem segna il ritorno di una delle migliori saghe horror videoludiche. A otto anni di distanza dal primo capitolo, The Brotherhood ci riporta nel regno della paura e dell’orrore, in un’avventura grafica che farà felice gli amanti di entrambi i generi.
Questa volta non ci troveremo su pianeti misteriosi o astronavi alla deriva, bensì nelle claustrofobiche profondità marine. In seguito ad un’operazione di recupero andata male, Charlie, Mac e l’orsetto “androide” Moses si ritroveranno a dover lottare contro un nemico tanto misterioso quanto letale.
Chi non muore si rivede
Ben presto scopriremo di trovarci in una stazione di ricerca della Cayne Corporation, nome che farà drizzare i capelli a chi ha giocato i primi due capitoli della serie.
La Cayne Corporation, infatti, non si fa molti problemi di etica quando si tratta di sperimentazione scientifica, arrivando ad usare persino cavie umane per i più raccapriccianti esperimenti.
Come se non bastasse, a causa di un incidente, finiremo bloccati nel loro laboratorio sottomarino, evento che ci porterà a scoprire una città sommersa e gli incubi che la abitano.
Un futuro televisivo?
Ancora una volta The Brotherhood ci lancia quindi in un’avventura piena di pericoli, in cui per sopravvivere dovremo risolvere decine e decine di ingegnosi enigmi perfettamente integrati con quanto accade intorno a noi.
Stasis: Bone Totem è il punto più alto del “processo evolutivo” di The Brotherhood, che ha fatto tesoro di quanto imparato negli episodi precedenti, per creare un’avventura perfettamente bilanciata, intrigante e, ovviamente, inquietante. Una saga che sarebbe perfetta per un pitch televisivo!
Ottimamente diretto, con una scrittura solida sia in termini di personaggi che di storia, e un art design rifinito ed ispirato, Stasis: Bone Totem è l’esempio perfetto di “gemma indie”.
ciao
secondo te il gioco è fattibile anche per chi di solito evita il genere horror? se la componente horror non fosse troppo esagerata potrei prenderlo in considerazione da appassionato di punta e clicca. in particolare in cosa consistono le scene più intense, di che tipo di immagini e suoni fa uso il gioco?
grazie
Ciao Zork, secondo me non è esageratamente horror. Ci sono alcune scene che potrebbero essere leggermente “raccapriccianti” ma non le definirei eccessive. Ovviamente la sensibilità a determinate scene è soggettiva. Puoi dare un’occhiata al nostro gameplay per farti un’idea dell’intensità 🙂