Quando acquisti tramite link dal nostro sito su Instant Gaming, potremmo guadagnare una commissione di affiliazione. Scopri di più
“Spazio, ultima frontiera. Questi sono i viaggi della nave stellare Dragonfly…”. Un attimo, non era Enterprise il nome della nave stellare? Ovviamente, ma la celebre frase d’apertura di Star Trek si adatta benissimo alla nuova avventura interattiva fantascientifica di Starward Industries e 11 Bit Studios: The Invincible.
Indice
“Spazio, ultima frontiera…“
Giocando a The Invincible si ha infatti la costante impressione di far parte di un episodio di Star Trek e, nello specifico, di Star Trek: The Nex Generation. Un pianeta alieno da esplorare, un mistero da risolvere, l’equipaggio da salvare, una minaccia incombente e dialoghi profondi che analizzano, senza fare la predica, aspetti importanti di etica e morale. Ma tutto ciò non è ovviamente un caso. The Invincible si basa infatti sull’opera omonima di Stanisław Lem, scrittore fantascientifico polacco di spessore autore di opere come il suddetto l’Invincibile, l’Indagine e Solaris.
Le basi di The Invincible sono quindi molto solide e il titolo di Starward Industries fa proprio della narrazione, sotto forma di dialoghi tra la protagonista Yasna e il suo Astrogator, l’elemento portante del gameplay. Mentre la giovane scienziata si aggira sulle lande “desolate” di Regis III nel tentativo di salvare i suoi compagni, il comandante in orbita sarà il suo unico contatto, il suo confidente, la sua guida.
The Invincible si potrebbe infatti quasi definire una sorta di “simulatore di missione di sbarco/salvataggio”: lunghe camminate esplorando il pianeta, problemi inaspettati lungo la strada per raggiungere il nostro obbiettivo, analisi della flora e della fauna locale, proprio come se si facesse parte di un “away team” del sopracitato Star Trek.
Niente spara-spara, salta-salta, ammazza-ammazza, niente musica a tutto volume, esplosioni o mostri da annientare. Ma neanche puzzle complicatissimi alla Myst, da decifrare con grande dispendio di “celluline grigie”. La cosa più complessa con cui avremo a che fare, in termini di gameplay, saranno scelte a tempo e scelte morali per affrontare determinate situazioni e che, in alcuni casi, potranno cambiare in maniera indelebile il corso degli eventi.
Un’avventura narrativa interattiva in cui si esplora dunque, si fanno ipotesi, si aguzza la vista cercando di individuare punti d’interesse che potrebbero guidarci nella nostra esplorazione e si raccolgono indizi nella speranza di venire a capo del mistero che circonda Regis III.
The Invincible e il gameplay “alieno”
The Invincible quindi non ha solo il merito di portare sui nostri schermi un’ottima avventura fantascientifica di cui si sentiva molto il bisogno, ma di farlo anche presentandoci un gameplay dal ritmo quasi “alieno”, dato il suo procedere ad andatura costante ma distesa, senza frenesie ed esplosioni. Avremo così non solo la possibilità di concentrarci sugli eventi di cui saremo parte, ma anche sull’ottimo lavoro fatto nel creare i biomi di Regis III e tutti i vari macchinari atompunk retro fantascientifici che useremo e che incroceremo sulla superficie del pianeta.
Narrazione e regia
Tralasciando bug e problemi minori risolvibili con una patch al lancio, l’unico aspetto di The Invincible che ci ha fatto alzare il sopracciglio in stile Spock, è proprio legato alla narrazione. Sebbene infatti lo svolgersi della trama proceda in maniera fluida senza troppe distrazioni “inutili” o senza eccessive lungaggini, alcuni punti chiave della trama di The Invincible non hanno, a nostro avviso, il giusto peso o non vengono enfatizzati a sufficienza, mentre avrebbero giovato di una regia differente.
In un paio di occasioni, ci siamo trovati davanti a rivelazioni molto importanti in termini di trama senza che ci fosse nulla a sottolineare tale importanza, come un crescendo musicale che richiamasse la nostra attenzione dall’ambiente circostante al dialogo, lasciando che tali elementi, almeno in un primo momento, passassero quasi in sordina.
Questo non è un elemento da sottovalutare visto che, mancando anche un “registro” delle conversazioni, se per una qual si voglia ragione si dovesse perdere qualche elemento chiave del dialogo, non avremo maniera di tornare ad ascoltarlo o di rileggere quello che ci è stato appena detto (salvo ricaricare), per capire cosa ci siamo persi. Lo stesso dicasi del finale che, per quanto interessante e pregno di morale, manca di mordente e di un vero senso di urgenza.
È proprio questo ritmo, questa limitata sottolineatura degli elementi clou che ci ha portati a paragonare The Invincible ad un episodio di Star Trek: The Next Generation: un buon episodio, con un eccellente scrittura e un problema da risolvere mentre si affrontano questioni morali universali, ma senza misteri sconvolgenti, senza colpi di scena in cui, per dire, si scopre che la Federazione è stata invasa da mutaforma del Dominio o che Yasna è un alieno con otto braccia. Una regia differente, almeno per i momenti chiave, avrebbe aiutato a dare un po’ più di carattere alla narrazione ed agli eventi centrali della storia, sottolineando in maniera forse migliore gli accadimenti.
Nonostante ciò The Invincible resta comunque un’ottima avventura interattiva sci-fi di cui sentivamo un enorme bisogno, in questo universo videoludico sempre più frenetico e superficiale. Una storia interessante perfetta per tutti coloro che amano la fantascienza di qualità e che vorrebbero vestire i panni dell’esploratore spaziale.