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A due anni dall’uscita di Lost Eidolons, Ocean Drive Studio ci riporta nelle terre di Benerio con un nuovo capitolo della saga: Lost Eidolons: Veil of the Witch. Nuovi eroi, nuovi misteri da dipanare e nuove battaglie con cui vedersela per ore e ore. Sarà riuscito Ocean Drive Studio a replicare il successo del primo titolo? Scopritelo nella nostra recensione di questo Early Access.
Indice
Lost Eidolons: Veil of the Witch – Storie di naufraghi
Sono passati anni ormai dalle battaglie campali che hanno visto le forze imperiali scontrarsi con quelle ribelli comandate dal giovane impavido Eden, ma le acque si sono tutt’altro che calmate, come scopriremo presto. Il nostro viaggio inizia infatti come naufraghi, finiti per miracolo sull’isola di Anareios. Non avremo neanche il tempo di scrollarci le alghe di dosso e ringraziare gli dei di essere scampati ai flutti, che verremo attaccati da un gruppo di non-morti comandati da un misterioso negromante.
Qualcosa decisamente puzza, e non sono solo i cadaveri. A rendere il tutto ancora più confuso e misterioso ci si mette il fatto che il nostro alter ego ha perso la memoria e la presenza di idolo dalle fattezze femminili che, in cambio del nostro aiuto, ci riporterà in vita ogni qual volta cadremo sul campo di battaglia.
Ma perché? Possiamo fidarci di lei e dei nostri “compagni”? E chi sta risvegliando i morti della piccola Anareios e per quale motivo? Con un milione di domande per la testa ci metteremo in viaggio verso l’entroterra al capo di un manipolo di eroi, alla ricerca di risposte affrontando pericoli inimmaginabili.
Cavallo vincente non si cambia
Lost Eidolons: Veil of the Witch in termini di gameplay generale, segue la struttura generale del primo capitolo, presentandosi come uno strategico a turni RPG, con una forte componente narrativa in stile visual novel. Cambia però come affronteremo i combattimenti, passando da una struttura più lineare e strettamente connessa agli eventi di cui siamo parte, ad una struttura roguelite che ci vedrà quindi affrontare più e più volte le stesse mappe e gli stessi scontri, nel tentativo di diventare più forti ed avanzare al capitolo successivo.
Il giorno della marmotta
Sarà proprio la struttura roguelite, ovvero questa ripetitività dei combattimenti, che ci permetterà di potenziare, a poco a poco, i vari eroi che fanno parte del nostro party. Lost Eidolons: Veil of the Witch ci fornirà infatti molti mezzi per “crescere” ed “uscire dal loop” dei combattimenti, avanzando così con la storia.
Da pezzi di rune con cui far progredire la classe degli eroi, a braci magiche che potenzieranno aspetti generali del gruppo come la quantità di punti salute recuperati tra uno scontro e l’altro o la difesa e l’attacco delle varie classi, avremo vari mezzi per “irrobustirci” tra run e run. Ma ci saranno anche potenziamenti temporanei, che potremo sbloccare durante le diverse spedizioni, rendendole sempre diverse, o almeno provandoci.
Salendo di livello, per esempio, oltre a vedere potenziate in maniera automatica le statistiche dei nostri eroi, potremo scegliere una nuova abilità tra due, cambiando così come affronteremo le future battaglie. Cristalli magici ci permetteranno invece di modificare equipaggiamento e statistiche, talvolta sbloccando nuove abilità (a seconda di quanto i cristalli “risuoneranno” con un determinato eroe), mentre potenti reliquie ci forniranno bonus spesso essenziali per sopravvivere.
Strategia e relazioni pubbliche
Torna anche il sistema del “legame” tra personaggi: facendo salire il livello di amicizia tra di essi, sbloccheremo nuovi bonus che renderanno il party ancora più potente. A tutto ciò si aggiungono le location sulle mappe: ad ogni bivio avremo la possibilità di scegliere tra due o tre direzioni, ognuna con un incontro differente.
Non solo infatti dovremo vedercela con i vari nemici ma potremo sbloccare nuovi personaggi, alleati temporanei, mercanti, altari con cui interagire per cercare di ottenere risorse o benedizioni, o tentare la sorte con incontri casuali. E quando soccomberemo alle forze nemiche, tanto i potenziamenti temporanei come gli snodi si azzereranno, e dovremo ricominciare tutto da capo. Tuttavia, come detto sopra, durante ogni run potremo raccogliere varie risorse “fisse”, che ci permetteranno cioè di potenziare in maniera definitiva alcuni aspetti del party una volta tornati al campo base.
Déjà vu da combattimento
La struttura degli scontri a turni resta esattamente la stessa vista in Lost Eidolons, con ogni eroe dotato di due set di armi e varie abilità da usare sole o con quelle dei compagni. In alcuni scontri vi saranno boss e mini boss da affrontare e che andranno sconfitti sfruttando i loro punti deboli, rappresentati da tiles che andranno colpite con l’arma giusta (come indicherà un’icona) per infliggere danno extra. Scompaiono invece le cut scene che animavano gli attacchi, dando una maggior fluidità agli scontri.
Anche le parti narrate seguono le stesse dinamiche del primo capitolo, senza apportare grandi novità, salvo alcuni casi in cui una determinata decisione potrà cambiare il risultato di eventi futuri o di interazioni con personaggi ed oggetti. La scrittura dei personaggi segue in tutto e per tutto lo stile e la qualità di quelli del primo capitolo sia negli aspetti positivi che in quelli negativi, riuscendo sempre a strappare un sorriso e a risultare, quasi sempre, interessante. Lo stesso dicasi dello stile grafico di Lost Eidolons: Veil of the Witch, con personaggi realizzati splendidamente ma mappe abbastanza anonime che riusano pesantemente gli assets del primo gioco.
Eredità genetica
Sebbene Lost Eidolons: Veil of the Witch sia, dal nostro punto di vista, un prodotto valido degno seguito del titolo originale, ne eredita anche pro e contro. Il cambio di gameplay infatti, sebbene renda in l’avventura più “libera”, non riesce a scrollarsi di dosso, almeno per ora, la stessa sensazione di grinding e farming estremo che caratterizzavano il primo capitolo, qui ancora più evidenti data la natura roguelite del gioco.
Ovviamente non è un problema dover affrontare ancora e ancora uno scontro, visto che si tratta di una meccanica base dei roguelite, ma lo è il trovarsi sempre e costantemente in inferiorità numerica con nemici quasi sempre nettamente più potenti di noi, nonostante i progressi fatti, esattamente come succedeva in Lost Eidolons.
Sebbene non si raggiungano i livelli di frustrazione prodotti da certi scontri del primo capitolo, la sensazione di lenta, anzi lentissima progressione, è perennemente presente così come la sensazione che il nemico “stia barando”. L’estrema difficoltà/lentezza con cui raccoglieremo i materiali per potenziare i nostri eroi in maniera definitiva ne è un esempio: anche affrontando ore e ore di scontri, potremo finire con l’avere materiali a sufficienza per far salire di livello solo uno di loro. Lo stesso dicasi per i potenziamenti “di gruppo”.
Ma anche quando riusciremo a portare a livello massimo i nostri eroi, si farà sempre una fatica enorme ad avere la meglio sul nemico, così come avveniva in Lost Eidolons,. Ad aggiungere il senso di “impotenza” si aggiunge il fatto che alcune classi sono attualmente mal bilanciate, in primis i maghi. Non solo infatti sono estremamente fragili fisicamente, cosa che li rende inadatti allo scontro corpo a corpo anche nel caso avessero come arma secondaria un’arma da mischia, ma le loro abilità hanno un range ridicolo e il danno inflitto è molto limitato.
Stanchezza da guerra
Anche la struttura roguelite di Lost Eidolons: Veil of the Witch, attualmente, risulta povera in termini di cose da fare. Uno degli aspetti essenziali dei roguelite e dei roguelike, perché funzionino, è infatti la varietà: più cose ho fa fare e da provare ad ogni run, più mi divertirò e meno noterò la ripetitività.
Al contrario, poca varietà vorrà dire un aumento della sensazione di lentezza, di grinding, di dover “lavorare” per riuscire a progredire. Lost Eidolons: Veil of the Witch ricade, almeno nella sua forma Early Access, in questo secondo caso. C’è poca innovazione, poca interazione con l’ambiente, poche cose da fare o da provare sulla mappa. Non c’è una sufficiente varietà in termini di armamenti o scelte, che riesca a distrarci dal dover affrontare ancora e ancora le stesse battaglie. Persino gli stessi dialoghi secondari si ripeteranno di tanto in tanto.
Se quindi da un lato l’Early Access di Lost Eidolons: Veil of the Witch ha una struttura solida, capace di fornire ore di gameplay, con lunghissimi dialoghi e meccaniche interessanti, in termini di contenuti c’è ancora molto da fare, soprattutto per uscire, è il caso di dirlo, dal loop di frustrazione che aveva caratterizzato Lost Eidolons. Lost Eidolons: Veil of the Witch è dunque, senza ombra di dubbio, figlio legittimo di Lost Eidolons. Ne condivide lo stesso DNA, con gli stessi pregi e gli stessi difetti, racchiusi in un corpo diverso. Un titolo valido con un potenziale davvero enorme che aspetta solo di essere sfruttato al 100%.