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Grazie alla chiave fornitaci da Renaissance abbiamo provato Lost in Play, la spassosa e coloratissima avventura grafica di Happy Juice Games e Joystick Ventures.
Indice
Fraterne avventure
In Lost In Play seguiremo le avventure di Toto e Gal due fratelli che, come suggerisce il titolo, si “perdono” nel mondo generato dalla loro fantasia. Dovranno quindi vedersela con animali parlanti, mostri, trabocchetti e location tanto oniriche quanto meravigliose, con un unico scopo: trovare la via di casa.
Il viaggio non sarà quindi dei più facili e, oltre a dovercela vedere con suddette creature, dovremo venire a capo delle decine di enigmi che ci ostacoleranno. E non fatevi ingannare dall’aspetto cartoonesco di Lost in Play.
Sebbene infatti la maggior parte degli enigmi non sia estremamente complessa da risolvere, ci saranno due o tre casi in cui suderete non poco nel tentativo di trovare la giusta soluzione.
Il mondo felice di Lost in Play
Con il suo mondo colorato e le sue situazioni assurde, Lost in Play è stata una piacevole pausa dai mondi solitamente tetri e opprimenti che caratterizzano gran parte dei titoli moderni.
Niente omicidi, niente mondi post-apocalittici, niente drammi familiari ma, piuttosto, amore fraterno e gioia di giocare insieme e condividere un’esperienza unica come solo i fratelli sanno fare.
Il lavoro fatto per realizzare Los in Play è magnifico, con un art style cartoonesco che richiama molto quello di Adventure Time. Preparatevi dunque a visitare deserti abitati da troll, oceani dominati da strane creature, isole volanti dimore di goblin e molto altro.
Anche le creature che incontreremo durante il nostro viaggio, compresi Toto e Gal, sono rese in maniera eccezionale, tanto dal punto di vista dell’art style che da quello delle animazioni, rendendo ogni situazione divertente e perfettamente comprensibile, senza il bisogno di dialoghi o testi infiniti.
Infatti, uno degli aspetti peculiari di Lost in Play è che Toto e Gal non parlano. O, almeno, non lo fanno usando una lingua “normale” ma usando piuttosto una sorta di simlish (“l’idioma” dei sims), una lingua immaginaria che perfettamente si abbina al mondo immaginario in cui si trovano e che, spesso, usa delle espressioni esilaranti.
Sequel! Sequel! Sequel!
Lost in Play è quindi l’esperienza perfetta per staccare dalla “routine videoludica”. Un titolo positivo, colorato e divertente basato sull’amore fraterno e sulla gioia di condividere un’esperienza fantastica con le persone che amiamo. Dopo quasi cinque ore di gameplay, abbiamo terminato Lost in Play felici e sorridenti, e con un’unica domanda a “tormentarci”: a quando il secondo capitolo?